
Trama
È ingenua, ma il suo sguardo sbilenco vede ciò che gli altri ignorano. È vulnerabile, ma resiste alla ferocia del suo tempo. È un personaggio letterario magnifico. La voce di Redenta continuerà a risuonare a lungo, dopo che avrete chiuso l’ultima pagina.
Redenta è nata a Castrocaro il giorno del delitto Matteotti. In paese si mormora che abbia la scarogna e che non arriverà nemmeno alla festa di San Rocco. Invece, per la festa lei è ancora viva, mentre Matteotti viene ritrovato morto. È così che comincia davvero il fascismo, e anche la vicenda di Redenta, della sua famiglia, della sua gente.
Un mondo di radicale violenza – il Ventennio, la guerra, la prevaricazione maschile – eppure di inesauribile fiducia nell’umano. Sebbene Bruno, l’adorato amico d’infanzia che le aveva promesso di sposarla, incurante della sua «gamba matta» dovuta alla polio, scompaia senza motivo, lei non smette di aspettarlo.
E quando il gerarca Vetro la sceglie come sposa, il sadismo che le infligge non riesce a spegnere in lei l’istinto di salvezza: degli altri, prima che di sé. La vita di Redenta incrocia quella di Iris, partigiana nella banda del leggendario comandante Diaz. Quale segreto nasconde Iris?
Intenso, coraggioso, I giorni di Vetro è il romanzo della nostra fragilità e della nostra ostinata speranza di fronte allo scandalo della Storia.

La citazione degna di nota
Vi nascerà una figlia che avrà ancora addosso la scarogna, ma camperà. Non avrà fortuna, però avrà pietà. La pietà le farà vedere più cose di quelle che vediamo noialtri.

Le nostre riflessioni
Il libro di Nicoletta Verna ha colpito il nostro gruppo di lettura con la forza di una narrazione incisiva e spesso impietosa, capace di generare emozioni intense e divergenti. L’abbiamo avvertita come un’immersione cruda e indimenticabile nella storia e nell’animo umano. L’autrice ci trascina in un periodo storico drammaticamente violento – il fascismo, la guerra e la resistenza – senza filtri, costringendoci a confrontarci con la brutale realtà dei fatti.
Al centro della vicenda troviamo due figure femminili potentissime e contrastanti. Redenta, una donna tormentata dalla “scarogna” e dalla poliomielite, è inizialmente una moglie remissiva che subisce le crudeli sevizie del marito, Vetro, senza apparenti reazioni. La sua resilienza passiva è difficile da accettare, ma proprio questa passività iniziale rende ancora più significativo il suo percorso. A lei si affianca Iris, che entra in scena in un secondo momento, incarnando il coraggio e la determinazione. Affronta i rischi e le scelte inevitabili della resistenza a fianco di Bruno Diaz, un caro amico di Redenta, rappresentando la forza attiva e la lotta.
La crudezza con cui sono descritti gli eventi è stata di notevole impatto per tutte noi, rendendo a tratti difficile la lettura e l’accettazione della realtà narrata. È un pugno nello stomaco che non permette di distogliere lo sguardo.
Nonostante il dolore e le difficoltà, il finale riserva un colpo di scena significativo: Redenta si affranca dalla sua passività e compie scelte decisive. Salva Iris, ma in un gesto d’amore estremo, non risparmia dolore a nessuno, nemmeno a se stessa, perdendo la propria vita. Questo atto finale la trasforma da vittima silenziosa a eroina tragica, lasciando un segno indelebile.
È un libro che lascia sicuramente il segno perché, come afferma l’autrice stessa, “La gente, nelle sventure, è di due razze: quella che gli si smuove la pietà, e quella che tira fuori la carogna. Nessuno resta com’era.” Questa frase riassume perfettamente l’essenza del romanzo, che ci costringe a riflettere sulla natura umana di fronte all’orrore e alla sofferenza.

Lo consigliamo a...
A chi vuole leggere una storia di crescita interiore.
A chi vuole leggere un romanzo storico
A chi vuole leggere un libro inserito nel contesto storico italiano della Seconda Guerra Mondiale.
A chi vuole leggere un romanzo che tratta della Resistenza.

Le parole chiave del libro
Storia
fragilità
speranza
distruzione
rinascita